Stampo sempre a contatto tutte le pellicole piane che scatto e qualche volta lo faccio su carta Ilford a contrasto fisso (scaduta da anni) che mi è stata regalata da Roberto. Così ottengo delle fotografie da abbinare ad ogni pellicola nei faldoni archivio per individuarle poi più facilmente. Essendo stampe a contatto principalmente per uso personale, funzionali alla sola visione veloce, non mi curo troppo di contrasti e mascherature. Soprattutto, ne stampo una di prova unicamente per regolare il timer per quella successiva, che sarà buona comunque. Questa prima stampa, veloce, distratta ma importantissima, resta nei bagni quanto basta, a volte anche meno, e regolarmente finisce sotto la vaschetta del risciacquo tra altre strisce di provini a scalare, mezze stampe, mezzi abbandoni: insomma tra tutte le reiette, cadute e lasciate. Tutte fondamentali e indispensabili per la riuscita della stampa finale. Queste vivono però di vita autonoma per i bagni chimici che hanno poco rispettato. Queste a volte mi emozionano più delle loro sorelle secondogenite belle.
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